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lunedì 3 settembre 2012

Terzo giorno sulla strada



"Facciamo un gioco?" - domandò Justine allegra – "Facciamo il gioco del vorrei essere. Va bene? Tu? Tu chi vorresti essere?"
"Io vorrei essere una mucca." - rispose cantilenante la mamma, un po' stanca di fare sempre lo stesso gioco.
"Eh, ma così non vale! Sei già una mucca."
"Beh, non sei contenta per me?"
"Sì, ma adesso stiamo giocando! Per esempio io vorrei essere una civetta! Anzi, no, aspetta: un pinguino! Se fossi una civetta potrei cantare tutta la notte con la luna, potrei cantare: Juuuu Juuuu..... Però se fossi un pinguino potrei vedere l'aurora polare ogni volta che mi pare... è un'ardua scelta, non credi? E tu, mamma, allora?"
"Io vorrei essere una montagna, con la mia cima innevata potrei ascoltare tutte le altezze e non sarei mai sola."
"Sì, e poi saresti tutta vestita di alberi e anche loro potrebbero giocare al gioco del vorrei essere, lo sai?"

Una betulla che passava di lì, lenta lenta, le seguì con lo sguardo: se le avessero chiesto di giocare, lei avrebbe risposto che le sarebbe piaciuto essere un giaguaro, magari giusto una volta ogni tanto.
Sulla strada, che nel frattempo s'era fatta tortuosa e su e giù e lì e là, c'era anche qualcun altro e non sembrava per niente aver voglia di giocare. 

La bambina indossò il cappello degli avventurieri. 

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