La bambina
stava già zompettando per la via quando udì una voce al suo fianco:
"Dove pensi di andartene, sola soletta?" – muggì la
mamma - "Non vorrai lasciarmi qui a lavorare mentre tu te ne vai
per il mondo? Vengo anch'io e alla fabbrica ci penserà tuo padre".
Chinando
dolcemente il capo, la mamma colse sulla sua schiena la piccola e
insieme diedero il vero inizio a questo viaggio.
La strada
proseguiva dritta per chilometri e chilometri, a perdita d'occhio si
vedevano soltanto alberi. A Justine piaceva il dondolio dolce di
quella camminata e siccome in quel momento indossava il suo cappello
celeste, quello dei sognatori, chiuse gli occhi e si lasciò cullare.
Anche la mamma
chiuse gli occhi, lei ci vedeva con le orecchie, con il naso, con la
coda e anche con l'aria che incontrava la sua pelle. Era il primo
viaggio che facevano insieme, anzi, per Justine era il primo viaggio
di tutta la vita.
Stringeva ben
bene il suo barattolo e ascoltava la strada.
All'improvviso
una voce rauca e forte le interruppe: "Ma che bella mucca grassa
e pettinata... a quanto la vendi? Ho da offrirti un affare."
Entrambe
sbarrarono gli occhi e si trovarono difronte un ometto vestito di tutto
punto e con un sorriso che sembrava arrivare fin dietro le orecchie.
"Non sarà mica finto?" - pensò subito Justine – e poi
si rivolse a lui: "Questa mucca è la mia mamma, non è in
vendita, Signore, dunque ciao, arrivederci, addio!"
"Come
come? Mi vuoi prendere in giro? Questa mucca sarebbe la tua mammina?"
E così mentre
l'ometto che aveva il sorriso anche senza allegria insisteva nel
chiedere prezzi e nel proporre affari, Justine dovette spiegare di
come mamma e papà erano stati trasformati in bestie da una strega: si trattava della ex migliore amica di mamma. Justine stava per
spiegare perché ex, quando l'ometto la incalzò proponendole un
intruglio che avrebbe certamente fatto tornare i suoi genitori allo
stato umano. Il venditore credeva ormai di averla in pugno, ma la
bambina ripose con una gran risata: "I miei genitori stanno bene
così! Perciò, Signor Sorriso, goodbye,
lebewohl, adieu!"
La mamma non
aveva dovuto pronunciare una sola parola, sorrise affettuosamente e
tornò a camminare ad occhi chiusi e sogni aperti.
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