Ululò, ululò
e poi urlò affannata.
Ora che
l'avevano riconosciuta, stava riprendendo almeno in parte le sue
sembianze naturali. Urlò ancora ma Justine e la mamma proprio non
comprendevano cosa stesse dicendo, non sembrava neppure la loro
stessa lingua!
Allora
Bertilla corse più di corsa, le raggiunse e le superò fino ad
acchiappare la strada di casa.
Si mise in
testa una combinazione invincibile di cappelli
(avventurieri+prestigiatori=avrò la meglio in tutti i giochi del
pianeta) e fissò ben bene Justine, impressionata dalla strega di cui
aveva sempre sentito la storia.
La storia
raccontava che Bertilla, ai tempi della giovinezza, trascorreva notte
e giorno a sperimentare incantesimi, a fare prove su prove, a
tormentare amici, nemici, cavie con formule magiche che, però,
davano sempre esiti infelici. Anzi, non sempre: piuttosto, cento
volte su centouna. Alla centounesima volta, l'incantesimo di turno
funzionava ed era stato questo ad accendere in lei la follia di
perseverare. Eppure, lei che voleva essere a tutti i costi una
strega, una strega non era, affatto affatto, e dalla centoduesima
volta ricominciava a fallire. Dopo aver tramutato per sbaglio i
genitori di Justine in mucca e pappagallo, Bertilla si era sentita
così male da perdere del tutto la testa e da allora aveva continuato
a fare stragi magiche in giro per il mondo. Lei certo non sapeva che
i genitori di Justine si erano trovati tanto bene nei panni animali da accogliere l'ennesimo errore dell'amica con una gran risata, seppur con il proposito di tenersene alla larga per il resto della
loro vita, perché non si poteva mai sapere cosa avrebbe combinato
ancora.
E invece
adesso eccola lì! E cosa voleva? Justine non lo capiva, era
intimorita, ma la mucca, invece, lo intuì osservando la sua ex amica
come fosse una amica: voleva solo chiedere scusa, voleva solo essere
perdonata.
Bertilla però
era ammattita e non sapeva chiedere dolcezza, perché lei terrorizzava
e graffiava senza neppure accorgersene.
La bambina aveva altri due cappelli nella sua collezione e, nonostante la paura,
un'idea le cavalcò la testa.
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