Da quel gesto
in avanti i suoi sogni si sarebbero allagati, il palmo della sua mano
si sarebbe allagato, la sua casa, la casa dei suoi amici, le strade
che percorrevano abitualmente: allagate. Tutti i fiumi in cui aveva
nuotato sarebbero straripati, ma prima, prima di tutto questo,
Annabelle Radetzky sembrò pentirsi per semplice
abitudine. Le avevano insegnato la quieta sicurezza di non avere
scelta e lei pacificamente l'aveva sempre coltivata. Ora, con i
capelli in preda ad un vento feroce, poteva solo tentare di rimediare
al suo desiderio.
"Non
piangere, Annabelle" – si sforzò – e rincorse il suo telo
mentre l'aria glielo portava via ogni volta che gli si avvicinava di
più, con uno scatto, come una beffa, un'avida giostra che nega la coda
del vincitore.
Il telo si
impigliò ad un ramo e quando finalmente la donna pensò che lo
avrebbe riavuto, la sua attenzione fu catturata da qualcos'altro:
c'era qualcuno sull'albero e sembrava aspettare proprio lei.
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