Torno a giocare ai 7GIORNI in compagnia della pittrice Elisa Muliere, che già ringrazio per i giorni che insieme percorreremo, a ritmo di pioggia. Vediamo cosa accade!
Annabelle
Radetzky non aveva mai pianto in ventisette anni, quaranta giorni,
otto ore e due secondi, ma a lei quel tempo sembrava molto di più.
Era un tempo antico, terrestre, di ghiacciai e di caverne, era un
tempo disumano, tutto dentro di lei. Ogni giorno di quei
novemilaottocentonovantacinque giorni Annabelle aveva misurato
atteggiamenti, sorrisi, parole. Aveva sistemato matite, vestiti,
stoviglie, vasi. Aveva pazientato, provveduto, ragionato e accordato.
Ma adesso basta.
Al centro
esatto di Regarde Plaza, la donna ad occhi chiusi tirò molto
lentamente una estremità del nastro del suo copricapo e sciolse il
fiocco che la assicurava coperta, lo sciolse come un patto solenne.
Fu allora che iniziò a piovere e non smise per sette giorni.
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