Mentre scendevo,
una voce mi chiamava dal nido: "mia allodola, mio
falco pellegrino, mio scricciolo, mia tortora
luttuosa, mio albatro".
Io la sentivo ma subito la dimenticavo, la disinnescavo. Sprofondavo teneramente, mentre nei miei occhi addormentati vinceva un niente luccicante che mi lanciava messaggi d'amore. Era un'intermittenza che mi portava via, da me, dal nido, era un gioco crudele che mi dava un destino per un altro; poi eccolo, il fondo, e finalmente l'ho riconosciuto: il mio segreto nascosto dove nessuno lo può trovare, incagliato qui fra le cose da non dire, fra le cose da morire.
Io la sentivo ma subito la dimenticavo, la disinnescavo. Sprofondavo teneramente, mentre nei miei occhi addormentati vinceva un niente luccicante che mi lanciava messaggi d'amore. Era un'intermittenza che mi portava via, da me, dal nido, era un gioco crudele che mi dava un destino per un altro; poi eccolo, il fondo, e finalmente l'ho riconosciuto: il mio segreto nascosto dove nessuno lo può trovare, incagliato qui fra le cose da non dire, fra le cose da morire.
Mio pianto e mio
canto, mio sangue avventuroso, mio terrore
velenoso, segreto che il vento aspetta, perdonami
se è tardi, il cielo ci vuole, siamo sulla vetta.
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